MA ALLA FINE SI STUDIA PER IMPARARE O SOLO PER UN BEL VOTO?

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In quest’ultimo anno scolastico mi sono imbattuto più volte in un argomento molto importante e delicato: il successo scolastico dei figli!

Allora ho deciso di parlare con te dando, come spesso accade, una visione magari un po’ diversa da quella che ci si aspetta solitamente. Innanzitutto vorrei chiarire bene cosa si intende per successo scolastico..

Quindi faccio a te la domanda:

COS’È VERAMENTE IL SUCCESSO SCOLASTICO?


Sono quasi certo che anche a te venga in mente in maniera immediata un’immagine o meglio, un numero: IL VOTO!!! 
Facciamo dipendere il successo scolastico di un ragazzo da un numero, cosa sicuramente importante, ma non la sola. A scuola infatti si passano almeno 13 anni di vita, se tutto va bene e non capitano incidenti di percorso, come capitati a me in quarta superiore. E in questi anni è un turbinio costante di numeri su numeri su numeri che creano etichette, spesso indelebili, sullo stato d’animo degli studenti (magari anche a noi è capitato in prima persona).

Ma quegli anni dovrebbero avere principalmente un’altra caratteristica: APPRENDIMENTO! Ovvero aver appreso o imparato degli aspetti fondamentali e importanti.

E l’apprendimento è slegato dal voto, si impara naturalmente dalle esperienze e nelle esperienze non ci sono voti, ma ci sono stimoli a bizzeffe.

L’apprendimento naturale per un essere umano nasce già nei primi mesi di vita. Attorno ai 3 mesi i bambini cominciano a riconoscere le forme, attorno ai 6 mesi riconoscono davvero le differenze tra le persone e attorno a un anno di vita iniziano a camminare e a parlare. Pensate che iniziamo a creare un linguaggio attraverso il riconoscimento degli oggetti e associando a loro dei nomi. Nei primi 6 anni di vita il cervello umano crea dei collegamenti incredibili e si sviluppa in maniera clamorosa! Se il bambino viene guidato in questo processo e gli viene permesso di essere tranquillo e sereno, anche quando sbaglia, allora comincia anche a sviluppare l’idea che l’errore sia parte della crescita e non una spada di Damocle sulla sua testa.

Soprattutto un bambino impara perché vuole imparare, perché lo sente come un bisogno personale, perché si sente bene nel farlo! Impara perché imparare è un divertimento, ma molto spesso questa parte dell’apprendimento viene completamente scordata nel percorso scolastico! Bada bene, non dò la colpa alla scuola, ma a tutto quello che succede in quel percorso. Cambiano completamente le prospettive e molto spesso la causa di questo è la notevole competitività che emerge.

E quella competitività molto spesso viene trasmessa da famiglie, che cominciano a vedere nel voto la ragione di esistenza delle proprie giornate, e da insegnanti che misurano i voti come una conseguenza dell’impegno e basta.

E allora ecco che si perde completamente di vista quello che dovrebbe essere lo scopo fondamentale del percorso scolastico: la crescita della persona!

Sento genitori (soprattutto mamme) che parlano dei voti dei figli anche alla cassa del supermercato, mentre bevono un aperitivo con gli amici, mentre sono in attesa dal medico.

Insomma, in ogni situazione giornaliera i voti sono una costante! Io lo trovo svilente per una serie di motivi:

• Lo studente diventa più importante della persona;

• Il voto è l’unico termine di valutazione della persona;

• Si genera una competizione quasi violenta;

• Nascono problemi di autostima.

Attenzione! Spesso si pensa che i problemi di autostima siano legati solo a voti bassi, invece, ahimè, noto sempre di più che molto spesso i ragazzi che hanno voti altissimi possono avere grandi difficoltà nell’accettare sé stessi.
Il motivo è anche semplice: se io vivo in funzione della performance e non sono sufficientemente solido, posso sentirmi stritolato dall’obbligo di ottenere risultati sempre superiori alla media. E sai perché capita questo? Per renderti felice!

Dalla parte opposta trovo ragazzi che hanno voti bassi, magari non per scarso impegno, ma perché sono terrorizzati dall’insegnante e dal terrore del giudizio in generale.
Poi sento molti genitori che mi dicono: “mio figlio ha già un sacco di difficoltà relazionali, quindi deve andare bene a scuola così sarà considerato!”. Prova ad immaginare come si sentirà quel bambino se per caso prenderà un brutto voto a scuola.

Ora, però, prima di essere ricoperto di insulti, voglio anche ribadire che i voti in ogni caso ci sono e io non credo nemmeno troppo in una scuola in cui non ci sia una valutazione in base ai risultati.
Quello che aiuterebbe molto i ragazzi sarebbe far capire loro che, nonostante il voto, possono migliorare e questo aspetto dovrebbe essere coltivato costantemente!

Se fossi un insegnante passerei molto tempo a valutare la crescita del ragazzo a prescindere dal numero: DOVREBBE ESSERE LA REGOLA!

NON ETICHETTARE tuo figlio perché prende 4, 5, 6, 7, 8, 9.. Quei numeri sono solo una valutazione del momento, non sono tuo figlio!

Se io avessi dovuto ascoltare i numeri che prendevo a scuola, non farei il lavoro che faccio! Sono uscito con poco più del minimo dei voti dal liceo scientifico, con i miei insegnanti che mi sconsigliavano di fare lavori in cui avrei avuto a che fare con il “parlare in pubblico”, “relazioni pubbliche”, ma soprattutto io non avevo metodo di studio e non sapevo parlare in un italiano fluente.

Beh li ho ascoltati e i risultati si vedono! Faccio corsi di comunicazione e apprendimento da oltre 15 anni, insegno all’università di psicologia metodo di studio e gestione dello stato d’animo, ho miei allievi che prendono 110 con lode, ma…. non ero portato!

Un aspetto con il quale mi trovo a lavorare con i genitori che seguono nei nostri percorsi è quello di renderli il più possibile tranquilli nell’affrontare il percorso scolastico dei figli.

Quel percorso non è lo specchio di come i ragazzi saranno nella loro vita. Quindi il mio impegno è quello di spiegare che serve dare ai ragazzi il tempo di crescere ed evolversi, è fondamentale aiutarli a capire che il voto è un numero e che la loro crescita felice è davvero la cosa più importante.

L’area più importante è quella di evitare di valutarli solo ed esclusivamente in funzione della scuola perché in questo modo si generano solo tensioni e infelicità, anche se ottengono un sacco di risultati!

Metti al primo posto la persona, ne beneficerà anche lo studente. Io e le persone con cui lavoro abbiamo scelto di fare questo e… magicamente migliorano anche i voti!! Curioso no?

“L’attenzione e la voglia di imparare di un bambino va conquistata, non imposta con un brutto voto” – Alberto Manzi

A presto!

Alessandro

PS se vuoi vedere cosa puoi fare con tuo figlio a casa e con i compiti, puoi cliccare nel link qui sotto:

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