PENNA ROSSA: LICENZA DI CORREGGERE… SEMPRE!

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…ovvero come rendere uno schifo le giornate di tuo figlio.

In estate si passeggia di più, si ha un po’ più tempo. Saranno le belle giornate, sarà il fatto che le ore di sole sono tante e c’è davvero un mondo da osservare.
Almeno per me è così! Credo che d’estate riesco ad indossare degli occhiali particolari, che mi fanno notare delle sfumature in più.

Non c’è la scuola, i compiti per le vacanze sono un momento in ogni caso parziale delle giornate e le famiglie in questo tempo libero si manifestano per quello che sono davvero.
Non c’è più la scusa dello stress della scuola! Quello che vedi qui è un comportamento che una persona mette in atto in ogni caso.
E allora vedo mamme e papà che proprio non ce la fanno!

Non ce la fanno a non cadere nel tranello di criticare i figli per OGNI COSA CHE CAPITA!

Lo so è più forte di te, anche tu sei stato progettato con questa sindrome particolare: LA SINDROME DELLA PENNA ROSSA.

(ho fatto anche un video, vieni qui per vederlo: LA SINDROME DA PENNA ROSSA)

Siamo educati costantemente con l’idea che per imparare e crescere bisogna far notare quello che si sbaglia.
Prendi la scuola: quanta attenzione viene data alla correzione degli errori? Tantissima! Quanta attenzione viene data a chi si distrae o in ogni caso fa qualcosa che non va bene? Tantissima!

Vogliamo parlare dello sport? Quanti allenatori se ne escono con frasi come “non si fa così, hai sbagliato!” oppure “Quante volte ti ho detto che NON devi stoppare la palla in quel modo?” (chiedo scusa per il paragone calcistico, ma il mio background ogni tanto riaffiora).

E, dulcis in fundo, eccoci in spiaggia o anche semplicemente a casa:
“Quante volte ti devo dire che i vestiti li devi mettere in questo modo?”
“Ti sembra il modo di pettinarti?”
“Ma non ti rendi conto che ogni volta metti i bicchieri nel modo sbagliato?”

E adesso non venirmi a dire che tu non fai così, perché sai che non è vero! Sii onesto con te stesso e ammetti che abbiamo un’innata facilità nel far notare agli altri quello che non va.
L’hai imparata prima di tutto a casa tua e poi l’hai “migliorata” andando a scuola. Fin da bambino hai visto adulti che criticavano altri adulti, hai visto adulti che criticavano anche aspramente dei bambini ed hai pensato che quella fosse la strategia migliore, anzi l’UNICA!

E quindi hai imparato in maniera inconscia che fosse assolutamente normale e un poco per volta hai iniziato a farlo anche tu.
Ma basta fare un giro sui social network o guardare i telegiornali per notare che le persone tendono a lamentarsi e a criticare quello che fanno gli altri, ma si guardano bene dal fare alcune proposte di cambiamento.

Questo non significa vivere in un mondo di FAI QUELLO CHE VUOI CHE VA BENE, dovresti sapere quanto le regole sono importanti per me.

Ma prova a pensare a quanto è piacevole sentirti dire COSTANTEMENTE che non va bene quello che fai!

Onestamente avresti voglia di fare? Io personalmente se so che se faccio una cosa, qualcuno mi dice SEMPRE che non va bene, non la faccio! Almeno vengo “sgridato” per un motivo.
E dopo non venirmi a dire: “Non vuole mai fare nulla!” Fa bene! Perché dovrebbe fare altrimenti?
Vuoi davvero che tuo figlio impari da un suo errore? Oltre a dirgli che non va bene quello che sta facendo, prova ad aiutarlo a capire in quale altro modo potrebbe farlo.

Ti faccio un esempio che ritrovo spesso nel mio lavoro:
“Alessandro devi sistemare la camera!” Già qui c’è un errore di fondo: cosa intendi per “sistemare la camera? Siamo sicuri che per tuo figlio ci sia la stessa idea di ordine che hai in testa tu? Ti rispondo io: nel 90% dei casi (e sono buono) la risposta è no.

Quindi se, dopo che Alessandro ha piegato le lenzuola in un modo che non va bene per lui, dopo che ha messo i calzini dove non doveva, tu glielo fai notare o, ancora peggio, te ne esci con una frase del tipo “ma ti sembra il modo di sistemare la camera” e ti metti a rifare tutto il lavoro, non stupirti se poi la prossima volta lui non lo farà.

Qui dipende da che obiettivo hai:
Vuoi che diventi responsabile e autonomo.
• Vuoi che faccia le cose come piacciono a te.

Io non mi metto nemmeno a discutere se una situazione sia migliore dell’altra, ma devi avere le idee chiare e scegliere.

• Voglio che sia autonomo: accetta che possa sbagliare o che possa fare le cose in un modo che non ti piace. Ma, in questo caso, l’esercizio non è che le faccia PERFETTE, ma che si prenda la responsabilità di un’attività.

Voglio che le cose le faccia come voglio io: l’unica maniera che hai per insegnargliele è metterti a farle assieme e passare del tempo (TUTTO QUELLO CHE SERVE!!!) a spiegare e mostrare come si deve fare.

Sono entrambe attività importanti, devi solo scegliere! E soprattutto accettare il fatto che potrebbe non farle volentieri, quindi non pretendere che le faccia e che abbia anche il sorriso sulle labbra (potrebbe averlo eh, ma non è detto).
Puoi approfittare dei periodi in cui non c’è la scuola di mezzo per far prendere delle piccole responsabilità a tuo figlio (i compiti non fanno parte di questo!), ma ricorda sempre con quale dei due obiettivi di cui ti parlavo prima.

RICORDA CHE OGNI VOLTA CHE GLI FARAI NOTARE CHE SBAGLIA GLI PASSERAI L’IDEA DI ESSERE UN INCAPACE!

Se hai tu voglia di lavorare ti lascio un piccolo esercizio da fare.

Ti serviranno una penna rossa, una penna verde ed un foglio di carta (oppure un piccolo block notes).
Per prima cosa devi prendere il foglio e tirare una linea in verticale in mezzo e dividerlo così in due colonne.
Sulla colonna di sinistra scrivi COSE CHE NON VANNO, in rosso. Su quella di sinistra scrivi COSE CHE VANNO, in verde.
Ed ora inizia il vero esercizio!
Voglio che segni sulla colonna di sinistra tutte le critiche che fai a tuo figlio (anche quelle che pensi solamente) quando lo vedi fare delle attività.
Sulla colonna di destra segna invece tutte le volte in cui dici un “BRAVO” o gli fai un complimento.
Alla fine della giornata verifica il risultato: se la colonna ROSSA è molto più ricca di quella VERDE, avrai capito perché parlo di SINDROME DA PENNA ROSSA e saprai già su cosa devi lavorare.

Ricordati che il rinforzo positivo è uno degli strumenti più grandiosi per far crescere la voglia di fare e di imparare di un ragazzo!
L’obiettivo finale è quello di iniziare a notare tutto quello che è bello in tuo figlio, notare cosa fa di bello ed abituarti a rendertene conto.
NON CI SIAMO ABITUATI! E’ una cosa che va allenata, ecco perché ti suggerisco di farla per iscritto, altrimenti non te ne rendi conto.

NON E’ POSSIBILE FAR CRESCERE UNA PERSONA SOLO A COLPI DI SCIMITARRA DIETRO IL COLLO PER OGNI ERRORE CHE FA!

E’ un allenamento e come ogni allenamento presenta delle difficoltà, ma voglio che pensi sempre a questa frase:
“Se tu non riesci a notare qualcosa di positivo in tuo figlio, come puoi pretendere che lo facciano gli altri? E come può notarlo lui?”

Se inizi a notare tu gli aspetti positivi, inizierà a rendersene conto anche lui e allora sì che la strada della crescita sarà un bel percorso. Un percorso in ogni caso ad ostacoli, ma almeno non sarai tu a fargli lo sgambetto.

Vuoi continuare il tuo allenamento? Vieni a trovarci nel nostro gruppo su facebook: GRUPPO W LA DISLESSIA!

“Non sono solo i bambini a crescere. Anche i genitori lo fanno. Così come noi guardiamo cosa fanno i nostri figli delle loro vite, loro guardano noi per vedere cosa facciamo delle nostre.”  –  Joyce Maynard

A presto!

Alessandro

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