FORSE HAI DIMENTICATO QUANTI ANNI HA TUO FIGLIO

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Bambini considerati immaturi, bambini che non dimostrano di essere cresciuti tanto quanto i compagni.

Immagina di andare a un colloquio con gli insegnanti, dove tra le varie cose che ti raccontano, ti dicono “suo figlio è davvero molto immaturo, dovrebbe crescere un po’.” Una frase sacrosanta direi, se non fosse che il bambino ha 8 anni. Ci mancherebbe anche che un bambino di quell’età avesse una soglia di maturità elevata!!!!

Allora mi chiedo perché in questo periodo storico non si accetta più che un bambino sia semplicemente se stesso? Perché non gli si dà il tempo di crescere e di formarsi?

Vedo famiglie messe in un angolo dalla fretta, vedo mamme e papà succubi di un orologio! Eppure, se chiedo loro cosa vogliono per i propri figli, la risposta è sempre: “voglio che sia felice!”.

Però poi, quando si è nell’operatività di tutti i giorni, quel messaggio viene clamorosamente dimenticato. Con conseguenze di grande disagio, prima di tutto per i ragazzi, e di conseguenza anche per le famiglie.

Per crescere serve tempo! E piantala di ascoltare chi ti parla di bambini immaturi a 6/7 anni! Devono essere immaturi, si chiama VITA!

E poi però arriva il colpo di genio:

quando poi sono effettivamente cresciuti, vengono trattati da bambini, magari dopo i vent’anni.

Quindi a 8 anni un bambino deve essere un mini adulto, quando ne ha 16/17 ed è già un ragazzo si ritrova ancora con la mamma che gli prepara lo zaino o che controlla il registro elettronico ogni 5 minuti.

E allora ecco che ragazzi cresciuti con messaggi doppi, vivono nella confusione e nella poca consapevolezza di sé e del momento che stanno vivendo.

Spesse volte mi hai sentito parlare dell’importanza delle REGOLE e della COERENZA (mi potresti anche dire “che palle!”), ma in ogni fase dello sviluppo di una persona, quelle due paroline diventano magiche e ti possono regalare molta più soddisfazione di quanto tu possa solo immaginare.

Non serve che ci sia durezza o cattiveria o costrizione: ti basterà essere coerente, ovvero fare quello che dici di fare.

Tieni poi presente che ogni bambino è portato NATURALMENTE a ribellarsi alle regole e a comportarsi “male”. Ed è altrettanto normale che queste trasgressioni possano averti creato un dispiacere enorme e possano averti dato l’idea di non essere minimamente ascoltato.

A questo punto però è fondamentale per te capire perché, nel 90% dei casi, tuo figlio trasgredisce.

Per farlo ti serve usare un po’ di razionalità e sospendere il giudizio, soprattutto quello che ha nei tuoi confronti. Quello che pensi di te, in negativo, non può che intossicare il tuo rapporto con tuo figlio.

I motivi principali per cui tuo figlio non rispetta le regole sono questi:

BISOGNO DI ATTENZIONE: spesso i bambini (ma anche gli adulti a dire il vero) cercano di ricevere attenzioni, senza curarsi delle modalità. Se gli dedichi attenzione quando la cerca con comportamenti poco corretti, gli stai dicendo che la sua strategia funziona. I “capricci” sono un ottimo modo per attirare la tua attenzione e se tu ti precipiti a consolarlo, crei il danno;

FRUSTRAZIONE: spesso i bambini non sono arrabbiati, sono semplicemente stanchi di ricevere imposizioni o esasperati perché costantemente si sentono dire cosa devono fare, in quale ordine e in quale momento. Più vengono ripresi e più si ribellano. Impara ad osservare quello che succede quando tu dici qualcosa a tuo figlio. Ma guarda questa cosa dal suo punto di vista, sforzati di non ragionare SOLO con la tua testa;

NON HA CAPITO LA REGOLA: fai in modo che la regola sia semplice e chiara e se non funziona subito, rispiegala. Tuo figlio si perde se lo riempi di parole e spiegazioni infinite. Le regole devono essere chiare e comprensibili per chiunque. Ho parlato più volte di regole qui(https://www.wladislessia.com/i-bambini-hanno-bisogno-di-regole/);

IMPULSIVITÀ: molto spesso i bambini agiscono senza valutare rischi o conseguenze delle loro azioni. Aiuta tuo figlio a comprendere cosa sta succedendo, magari facendo degli esempi pratici.

In poche parole, renditi conto che quando tuo figlio non rispetta una regola non lo fa contro di te, ma lo fa perché è assolutamente naturale e fa parte di un processo normale di sviluppo.

Il tuo compito è quello di aiutarlo a comprendere quanto sia importante vivere in un mondo di regole e quindi voglio aiutarti e semplificarti la vita con alcuni piccoli “segreti” da mettere in pratica alla lettera. Non è difficile: sono solo 5 e puoi anche decidere di impararli a memoria.

LE 5 “C” DELLE REGOLE:

  1. CHIAREZZA: deve essere assolutamente chiaro al bambino cosa si può fare e cosa no;
  2. COERENZA: devi essere un esempio positivo, rispettando in prima persona le regole;
  3. CONCRETEZZA: il bambino deve vedere chiaramente cosa deve fare. Per intenderci “metti in ordine la camera” non funziona perché è troppo astratto, “rimetti i giocattoli nella cesta” sì perché sarà immediatamente visibile per lui cosa fare;
  4. COSTANZA: le regole non funzionano una volta ogni tanto, ma hanno bisogno di costante applicazione. Se cambi idea molto spesso crei solo una gigantesca CONFUSIONE (la C nemica delle regole). Segui una linea a prescindere dall’umore. Per intenderci, soprattutto quando sei incazzato, ricorda questo punto;
  5. CONSEGUENZE: deve essere chiaro al bambino cosa succede se si supera il limite, deve essere chiaro che non ci passerai sopra. Se hai deciso “niente TV se non finisci i compiti entro le 17” devi ASSOLUTAMENTE mettere in pratica la conseguenza. Ti assicuro che tuo figlio si arrabbierà (soprattutto se non è abituato a ricevere un NO), ma non puoi tornare indietro. Se le conseguenze sono logiche il bambino capirà e di conseguenza crescerà.

A questo punto però ti metto in guardia: potrai seguire con precisione ogni dettaglio e potrebbe anche non funzionare. E a questo punto potresti dirmi “ma come Alessandro, deve funzionare!”. E io ti dico che non è detto e soprattutto, più hai “sbagliato” finora e più serviranno tempo e pazienza per cambiare le cose.

Se finora hai detto sì ad ogni richiesta, hai minacciato punizioni mai realmente messe in pratica, non pretendere che le cose cambino con uno schioccare di dita.

La costanza farà la differenza! È un po’ come andare in palestra: non si può pretendere di dimagrire o di tonificarsi dopo una sola seduta. Devi essere costante, coerente e determinato.

Insomma devi allenarti a fare cose che non sono di certo automatiche ora. Ma se fosse stato facile forse non avresti bisogno di leggere questo articolo, no?

È necessaria un po’ di sana disciplina. E pensa che, se tuo figlio ti vede impegnato a mantenere un patto con te stesso, sarà poi più semplice per lui comprendere il valore dell’impegno.

Dimenticati l’orologio e dedicati del tempo per crescere assieme, ricordando che un bambino non è un adulto in miniatura, ma ha bisogno di trovare il proprio spazio in un mondo che ancora non conosce bene.

Se però vuoi essere certo al 100% che tuo figlio non faccia quello che dici ti lascio il segreto dei segreti:

RIPETIGLI ALLA NAUSEA COSTANTEMENTE QUELLO CHE DEVE FARE!

Così il risultato sarà assicurato: inizierà a non sopportare qualunque cosa uscirà dalla TUA bocca e imparerà a non ascoltarti.

“Quando sarò davvero grande, voglio essere un bambino. Voglio essere un bambino con la sua semplicità, la sua allegria, la sua naturale propensione a mostrare tenerezza, la potenza focalizzata del suo intento. Voglio essere un bambino, da grande, perché, da grande, voglio vivere una vita piena di colori.” – Joseph Heller

A presto!

Alessandro

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