DISLESSIA QUESTA (MAL)CONOSCIUTA!!!

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Oggi proveremo ad entrare nella mente di un ragazzo dislessico e a capire cos’è la dislessia, ma anche e soprattutto cosa non è.

Cos’è la dislessia? La dislessia è una difficoltà che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente. Leggere e scrivere sono considerati atti così semplici e automatici che risulta difficile comprendere la fatica di un bambino dislessico.

Putrropo in Italia la dislessia e pocho conosciuta, achne se se si calcola che che riguardi amlenno il 3-4% della polpolazioen scolastica (fascia della Scuola Pirmaria e secodnarai di pirmo grado). La bislessia non è causata cuasata da un dificit di inteligenza ne da porblemi ambientali o qsicoloici o da deficit sessoriali o nero logici.

Il damdino bislessico puo puo lergere e scrivrere, ma riesce a farlo solo impegniando al masimo le sue capacita è le sue energie, poiche non può farlo in magniera automatica e e percio si stanca rapidamenete, comette erorri, rimane indietro, non impara. 

 

Notato qualcosa di strano? Quanto è stata rapida la tua capacità di apprendere e comprendere queste poche righe?

Ora prova a moltiplicare le righe per arrivare a un paragrafo, poi fallo per arrivare a un capitolo e avrai una minima idea di cosa succede nel processo di lettura di un ragazzo dislessico.

Come abbiamo già visto nel nostro primo articolo la dislessia si manifesta con una lettura poco corretta, dove vengono commessi diversi errori. Questa lettura è spesso anche lenta e può manifestarsi anche una difficoltà di comprensione del testo scritto.

Il problema a quel punto è che possono nascere difficoltà emotive o psicologiche, possono nascere stati d’animo negativi come la demotivazione e una bassa stima delle proprie capacità.

L’aspetto fondamentale è che quelle difficoltà non sono la causa, ma la conseguenza della dislessia.

Ma, a costo di ripetermi, un ragazzo dislessico è una persona assolutamente NORMALE, anzi nelle prossime righe vedrai quanto il suo cervello abbia delle inclinazioni geniali.

Anzi, ormai credo tu sappia bene quanto ci DISTURBA la parola disturbo e che preferiamo usare il termine caratteristica. Una caratteristica infatti è nettamente più accettabile a livello emotivo e diventa a quel punto più semplice fare un lavoro di consapevolezza e crescita.

Quindi vorrei ci concentrassimo sui punti di forza di una “mente dislessica”!

Un ragazzo dislessico ha imparato a trovare più strade per arrivare a una soluzione e anche se all’inizio è frustrante, poi diventa un modo veloce di ragionare.

Questa capacità di ragionare genera una notevole creatività e se questa diventa uno strumento consapevole, il processo di apprendimento conosce un incremento della velocità che può sembrare incredibile ai più. E pensate anche a quanto possa essere utile nell’esistenza di una persona saper vedere cosa da prospettive diverse. Basta notare che molti dislessici famosi hanno avuto la possibilità di eccellere nell’ambito dell’arte o della risoluzioni di problemi. In più, nella società di adesso, sono sempre più ricercate delle figure che abbiano spiccate abilità di problem solving, quindi il percorso di un ragazzo dislessico, per quanto difficoltoso a livello scolastico, può portare a risultati straordinari.

Un ragazzo dislessico non è pigro!

 

A volte può smettere di studiare perché è frustrato dai non risultati. Un ragazzo dislessico ha anzi molta voglia di fare, se messo nelle condizioni di poter esprimersi per quello che è. Ma chi non darebbe il proprio meglio se l’ambiente, le persone, il proprio stato d’animo fossero i migliori possibili? Tutto ciò credo valga in termini assoluti per tutti.

A questo punto, però, può diventare frustrante per chi ha bollato quei ragazzi come problematici (se va bene) o incapaci (se va male). Già.. Può diventare estremamente duro vedere un ragazzo dislessico che riesce ad ottenere risultati! Serve un grande cambio di paradigma, un salto di qualità nei pensieri e per farlo serve una grande dose di umiltà. Hai un’idea di quante volte questi ragazzi si trovano derisi, quasi insultati e sminuiti da insegnanti che vanno solo avanti per la loro strada, senza tenere in considerazione la loro difficoltà, spesso emotiva? E quante altre volte sono i compagni di classe a farlo? E, purtroppo, quante volte sono i genitori stessi a “massacrare” i figli perché vanno male a scuola?

Serve capire che un ragazzo dislessico non è un problema, ma ha solo un modo diverso di ragionare, di relazionarsi con l’apprendimento.

E.. Udite Udite.. Un ragazzo dislessico è velocissimo in ogni ambito del pensiero, l’unico ambito in cui può trovare difficoltà è la scuola! E a scuola nascono la maggior parte dei problemi emotivi del ragazzo (non dello studente, badate bene!).

Spesso, però, nasce una domanda, o meglio un’affermazione, da parte di chi giornalmente deve avere a che fare con questo modo diverso di ragionare: “Ma io mica posso spiegare in maniera diversa per ogni ragazzo che ho davanti..” oppure “Ho un programma e dei tempi da rispettare..”

Allora ti svelo un segreto: tutto quello che funziona nello spiegare a un ragazzo dislessico, funziona con tutti gli altri!!! Tutta la classe avrebbe benefici dal punto di vista cognitivo usando schemi efficaci, immagini e una lezione meno frontale.. Ecco perché credo che a volte sia solo una questione di resistenza al cambiamento o di comodità..

Quello che io e le mie colleghe facciamo è domandarci sempre:

“Come posso fare in modo che questo concetto possa essere capito nel modo più semplice ed efficace possibile?”

 

E vi assicuro che per me è stato molto impegnativo, visto che la mia capacità di lettura e comprensione è sempre stata molto alta!

Ho dovuto davvero “mettere le mani in pasta” all’interno del “problema”.. Cercare di capire cosa potevo fare di diverso e adattare il mio comportamento a un aspetto che per me era nuovo.. Ma quando ho capito, ho visto risultati clamorosi sia per dislessici che per non dislessici.

Basta averne la volontà e, successivamente, la preparazione!

Ricorda anche un’ultima cosa:

non c’è un dislessico uguale a un altro.

 

Ecco perché le diagnosi sono una fotografia del momento stesso in cui sono state fatte e, per quanto ci riguarda, sono utili per stilare il Piano Educativo Personalizzato, ma non sono la fotografia precisa di come è tuo figlio.

A proposito delle diagnosi, mi permetto di aggiungere un particolare: non è detto che un ragazzo non certificato non sia dislessico! Può essere che dai test non emerga, per i parametri stessi del test, la difficoltà di lettura, ma questo non vuol dire che la difficoltà non ci sia!

Faccio un esempio per semplificare la cosa: immaginiamo che in una scala da 0 a 100 la dislessia inizi a 50, per i test. Un ragazzo che arriva a 48 è tanto dislessico quanto quello a 52 per quanto riguarda la difficoltà di lettura, solo che il secondo è tutelato dalla legge e il primo no. Questo significa che anche il primo dovrà fare un percorso di potenziamento, anche se non certificato..

Ora hai qualche spunto in più per capire cosa sia la dislessia, certo non sai ancora tutto.

Vuoi saperne di più? Vuoi avere ulteriori informazioni?

Beh allora il prossimo passo è ASCOLTARE I VERI ESPERTI SULLA DISLESSIA: i bambini dislessici e le loro famiglie! Loro sono i veri specialisti, che possono condurvi in questo mondo, farvelo conoscere e apprezzare.

Inoltre hai un’altra fortuna: interagire con noi ogni giorno, qui, nel gruppo e in tutti i social.

“L’umanità che si rivela in tutto il suo splendore intellettuale durante la dolce e tenera età dell’infanzia dovrebbe essere rispettata con una sorta di venerazione religiosa. E’ come il sole che appare all’alba o un fiore appena sbocciato. L’educazione non può essere efficace se non aiuta il bambino ad aprire se stesso alla vita.”  – Maria Montessori

A presto!

Alessandro

PS nell’immagine vedi Cecilia con la sua tesina artistica, la conoscerai meglio qui: https://www.wladislessia.com/mia-figlia-e-dislessica/

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