“SACCHI: 3!” COSA TI POSSONO INSEGNARE I RAGAZZI DELLA 3^ C

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Se negli anni ’80 hai visto un po’ di televisione non puoi esserti perso la serie televisiva “I ragazzi della 3^ C”.

Se sei della mia generazione o poco prima li hai visti per forza.

Io sì ed ogni volta che penso a come si vive ormai il rapporto con la scuola ho dei mancamenti.

Tutto è inondato di pesantezza e pochissimo spazio è regalato a quanto sarebbe meglio viverla in modo più sereno.

I ragazzi non la vivono ormai più come un momento di socializzazione e, perché no, di svago.

Gli insegnanti sono costantemente focalizzati su numeri, numeri e numeri.

I genitori sono decisamente pesanti (dimostratemi il contrario).

È chiaro che quel telefilm era finto e surreale, ma… In realtà era un pozzo di verità che sono molto vicine a quella scuola e molto lontane dalla realtà attuale.

Ora è tutto inquinato dall’ansia e dalla lotta.

Ma prendiamo i protagonisti di quella serie TV.

Chicco: il pluri bocciato e leader carismatico della classe. Quello che non si pone problemi a vivere la vita con serenità, vivendo la scuola come un momento e basta.

Non un esempio da seguire, ma da prendere a riferimento per l’atteggiamento leggero e scanzonato.

Bruno: quello che studia come un matto, ma fa oggettivamente fatica. Il ragazzo decisamente sovrappeso che tutti prendevano in giro, ma che tutti amavano. Ora sarebbe soggetto a bullismo mediatico e non uscirebbe il suo lato simpatico.

Sharon: la bella della classe. Quella a cui tutti passano il compito nella speranza di uscirci assieme. Diciamo lo stereotipo della ragazza che raggiunge risultati senza fare fatica. Ma in realtà anche lei con una grande sensibilità alle spalle.

Massimo: il belloccio e lo sportivo. Il patito dello sport con poca voglia di studiare. Amicissimo di Chicco, ma ci si mena per avere Sharon.

Daniele e Rossella: i fidanzatini sempre bacini e coccoline, che quasi davano fastidio con tutto il miele che spargevano nell’aria.

Benedetta: la studente modello, dark e nerd. Brava intelligente e colta. Frustrata perché attorno a sè non vede persone così vogliose di cultura.

Elias e Tisini: le secchione! Quelle sfruttate da tutti per la loro bravura. Bruttine, ma con un cuore d’oro e devote alla classe, anche se spesso sbuffando.

I genitori di Bruno: l’apoteosi del genitore apprensivo e attento al figlio. Sempre pronti a nutrire il “piccolino” di famiglia.

Il professore di Italiano: il mito presente nella foto. Famosissimo per prendere di mira Chicco e Bruno e sciorinare i suoi 3. Ma ironico e divertente. Un professore rompi palle, ma ideale.

Tutti questi personaggi appartengono ad una generazione ormai andata in cui i pensieri erano davvero inferiori, ma i risultati arrivavano lo stesso.

Prendete Bruno Sacchi: ora sarebbe massacrato a scuola e mamma e papà andrebbero a litigare ogni giorno a scuola per difendere il poverino.

Invece era amato dai suoi compagni e lui per primo ironizzava sia sul suo aspetto, che sulle sue doti da studente.

Ma soprattutto quel che manca completamente ora era la gigantesca complicità dei ragazzi in questa serie. La stessa complicità che io vivevo con i miei compagni di classe.

Cosa c’è di più bello di aiutarsi e sostenersi tra coetanei.

Perché noi possiamo parlare di PDP, di dislessia, di aiuto per i ragazzi, ma la cosa che manca tantissimo è la complicità e la voglia di stare assieme e di “patire” o crescere assieme.

Dovresti essere tu come genitore a stimolare tuo figlio a vivere con più serenità e leggerezza.

Credo che ogni genitore dovrebbe lavorare su questo e non sulle mille paure che si generano.

Ma più di tutto: facciamocela una risata ogni tanto. Fa bene ed aiuta.

Io in questo sono sempre in prima linea: un po’ Bruno, un po’ Chicco ed un po’ professore di Italiano.

E tu in quale di quei personaggi ti rivedi?

Alessandro

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