MAMMA TI VOGLIO BENE, MA… FATTI I ..ZZI TUOI!

Condividi

Ecco un estratto da una conversazione tipo tra due mamme alle prese con la scuola.

“E’ inutile, quando non ci sono io si accumulano i compiti, insufficienze da recuperare e incazzature!”

“Ti capisco, anche per me era così, poi però ho cominciato a…”

“Sì, ma per me è diverso: anche oggi 2 ore di litigio solo per tirare fuori il diario!”

“Ma se provassi a…”

“No no guarda, tu sei fortunata, io invece patisco le pene dell’inferno ogni pomeriggio!”

“Per me le cose sono cambiate da quando…”

“E’ impossibile! Le ho provate tutte: PUNIZIONI, MINACCE, RIPETIZIONI, RICATTI. Ma è inutile: senza di me è perso!

Potrei andare avanti all’infinito. Anche loro potrebbero andare avanti all’infinito ed è quello che di solito fanno. Mamme che si lamentano della poca autonomia dei figli e sono le prime a non volerne sapere di renderli autonomi.

Non solo, ma di fronte a possibili soluzioni, alternative o idee per gestire la situazione in maniera differente, NON ASCOLTANO.

Partono dal presupposto che per loro le cose siano diverse, impossibili da gestire e in fondo in fondo godono del fatto di continuare a lamentarsi (e, possibilmente, essere compatite) perché non hanno più un momento di tranquillità.

In compenso sono abilissime a dirti tutto quello che il figlio sbaglia, tutto quello che non sa fare e quanto sia poco interessato, motivato o responsabile.

E tu? Ti riconosci in questo quadro?

Se sì, sappi che da me non otterrai compassione.

Sia chiaro: so bene che avere un figlio con difficoltà di apprendimento di qualsiasi genere non è una passeggiata. So che ci vogliono impegno, costanza, dedizione, sensibilità. E comunque potrebbero non essere sufficienti.

Ci sono compiti da fare, obiettivi da raggiungere, voti da ottenere, note e richiami, scadenze, il tempo che non basta mai, le domeniche passate sui libri, le pagelle…

E quindi cosa fai? Cominci la VIA CRUCIS dei compiti per casa, tirando fuori il diario ed iniziando ad organizzare la settimana di tuo figlio.

Vedi che non scrive i compiti e:

Dopo aver fatto questa cosa al posto di tuo figlio ed esserti incavolata perché non l’ha fatta lui, dai il via al TIRA E MOLLA che può durare da un’ora all’infinito: “Spegni la TV, DOBBIAMO iniziare a fare i compiti. Domani CI interroga in storia.”

“Adesso arrivo!”

I minuti passano…

“Sbrigati, guarda che è tardi, poi hai calcio, piscina, basket, danza, tennis, judo, pianoforte, violino, yoga (a scelta)”

“Sì ma’, arrivo!”

I minuti passano…

“Ma possibile che devo continuare a chiamarti all’infinito? Porca miseria, non mi ascolti mai! Sempre al telefono su quel divano. E cosa credi, che io sia sempre a tua disposizione?! Non funziona mica così eh. Da domani si cambia! Vedrai appena torna tuo padre che ti succede.”

I minuti passano ancora e tu inizi a fare i compiti al posto suo.

E questo scenario si può ripetere all’infinito: giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno.

Ti rendi conto di quanto questa cosa, vista (e letta) da fuori, sia ridicola?

Vuoi sapere cosa ne pensa tuo figlio?

“Ma possibile che devo continuare a chiamarti all’infinito?” “Sì, lo fai ogni giorno, quello per cui mi chiami non è un problema mio.

“Porca miseria, non mi ascolti mai!” “Perché dovrei ascoltarti se parli di continuo? E’ sopravvivenza: chi vive di fianco alla stazione ad un certo punto non sente più il rumore del treno.

“ Sempre al telefono su quel divano.” “Ti vorrei ricordare che è lo stesso telefono con cui mi facevi giocare purché stessi zitto e non ti disturbassi

“E cosa credi, che io sia sempre a tua disposizione?!” “Sì sempre e ho anche le prove!

“Non funziona mica così eh. Da domani si cambia!” “Questa la sento da 3-4 anni” “Vedrai appena torna tuo padre che ti succede.” “Succede che ti arrabbierai anche con lui.”

Davvero vuoi farmi credere che ti va bene così? Davvero pensi che non valga la pena di lavorare ora per cambiare questa cosa e cambiarla DEFINITIVAMENTE?

La realtà è che non esiste un caso al mondo in cui uno scenario del genere non possa essere cambiato. E non è la dislessia, la difficoltà di apprendimento o attenzione, e non sono i compiti.

Sei tu!

Sei tu che scegli di farti guidare dalla paura:

  • La paura che tuo figlio non riuscirà (a fare i compiti, ad organizzarsi, ad essere autonomo…);
  • La paura di non fare abbastanza o di ripetere gli errori che i tuoi genitori hanno fatto con te e che ti eri ripromessa di non rifare mai;
  • La paura che vada male a scuola e che gli insegnanti lo giudichino inadeguato;
  • La paura di essere TU inadeguata come genitore.

E ora che lo sai, se vuoi continuare a rimanere in balia delle tue paure o delle tue insicurezze, fai pure, ma piantala di cercare compassione, attenzione e complicità in persone che vivono questa cosa male come te.

Perché a furia di parlarne, il rischio è che qualcuno inizi a dirti che le cose potrebbero essere diverse.

E allora cosa fare? Ti lascio rispondere da alcune mamme che hanno deciso di fare qualcosa di diverso.

Paola: “Da quando, invece, io e mio figlio abbiamo intrapreso il percorso con W LA DISLESSIA! in casa c’è stato un grande cambiamento e sento di essere molto migliorata. E non solo io: anche la mia famiglia!”

Stefania: “Visto che vogliamo che i nostri figli siano felici dobbiamo cercare un modo per fornirgli strumenti… Ora mio figlio è autonomo e da quando? Da quando ho smesso di stargli con il fiato sul collo, da quando, anche se con fatica, ho iniziato a restare serena anche di fronte a un 5.”

Anna: “Serenità è quello che mi viene in mente pensando ora ai nostri pomeriggi. Mi hanno insegnato ad avere fiducia in lui e credo, anzi ne sono certa, che lui voglia ripagare la fiducia che gli do, dando il meglio di se stesso.”

Troverai qui altre testimonianze: https://www.wladislessia.com/testimonianze/

Credi forse che queste mamme non avessero problemi a gestire i pomeriggi di compiti con i loro figli? Credi che non passassero ore a litigare, ad urlare, a deprimersi, a sentirsi incapaci o inadeguate?

La realtà è che non sono più “brave” o più fortunate di te, come a volte si sentono dire, ma hanno deciso di cambiare RADICALMENTE il loro rapporto con i figli e con la scuola.

Hanno capito una cosa fondamentale: che da sole non ce l’avrebbero mai fatta.

Vuoi conoscerle? Vieni nel nostro gruppo W LA DISLESSIA! (https://www.facebook.com/groups/721839084626445/)

Non sono fortunate e non sono più brave, sono state più coraggiose e consapevoli: hanno capito che, a volte, non basta l’istinto del genitore per sapere cosa fare.

Bisogna scegliere di mettersi in gioco, studiare e imparare ad usare degli strumenti nuovi.

Vuoi sapere come fanno? Mettono in pratica ALLA LETTERA il metodo W LA DISLESSIA!

Hanno letto il libro e hanno iniziato con noi ad applicare il metodo.

E ricordati: qualunque cosa tu scelga, tuo figlio seguirà il tuo esempio e non i tuoi consigli.

“Si educa molto con quello che si dice, ancor più con quel che si fa, molto più con quel che si è.” – Sant’Ignazio di Antiochia

Alla prossima!

Paola

ARTICOLI CORRELATI