I voti e l’emotività: ATTENZIONE!

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Avrai sicuramente sentito parlare dello studente che si è lanciato dal terzo piano di un liceo ad Ancona.

Partendo dal presupposto che, per uno straordinario miracolo, è ancora vivo, vorrei fare assieme a voi alcuni ragionamenti.

Partiamo dall’inizio: sembra che abbia fatto questo gesto a causa di una nota disciplinare ed un due.

Qui il link ad un articolo del messaggero che ne parla: https://www.ilmessaggero.it/italia/liceo_ancona_studente_vola_finestra_voto_brutto_nota_cosa_e_successo_cosa_sappiamo_veramente-7942905.html

Ti aiuto: è quasi certo che non possano essere quelli i motivi, ma al massimo sono la deflagrazione di una bomba che fino a quel momento era disinnescata.

Leggo però decine di post e commenti sul fatto che il voto sia stato la causa del gesto e in questi post si criminalizza il voto e anche l’insegnante che l’ha dato.

Ora… Dare 2 non ha probabilmente senso, ma se i voti sono dal 2 al 10, allora un insegnante avrà il pieno diritto di dare anche 2?

Il concetto non è il “2” in sé, ma comprendere se dietro quel voto ci siano stati anche dei commenti poco utili e anche comprendere se lo stesso insegnante che dà 2, poi in un eventuale recupero non dà il 10 in caso di compito perfetto.

Ho letto anche alcune persone scrivere “un 2 non è mai recuperabile, quindi è una cattiveria gratuita”, ma mi viene il dubbio che si perda di vista questo concetto:

quasi mai viene applicata la media matematica e, in ogni caso, si perde di vista il globale, ovvero come si è arrivati al 2.

Ma voi non avete mai presi voti bassissimi o conoscete di vostri compagni che prendevano questi voti e poi recuperavano?

Inoltre la dirigente, in questo caso, ha detto che il ragazzo aveva un profitto scolastico invidiabile (tutti voti sufficienti), quindi magari questo voto è stato un episodio sporadico.

Quindi invece di guardare il voto e la nota disciplinare, non sarebbe il caso di guardare in profondità e capire come mai un ragazzino di 14 anni possa dire «Scusate, sono un fallito»?

Un fallito per il primo voto negativo?

Forse bisognerebbe guardare la pressione a cui si è sottoposto, forse bisognerebbe comprendere a fondo il suo vissuto, prima di dare giudizi sul perché ha fatto quello che ha fatto.

In questi anni ho visto ragazzi via via sempre più ansiosi e agitati nei confronti della scuola.

Questo non significa che sia utile dare sfilze di voti negativi, spesso usando toni di scherno eh!

L’ansia scolastica è un fenomeno in crescita, ne soffre tra il 5 e il 28% di bambini e adolescenti. «Emerge a causa della paura di non riuscire a gestire eventuali insuccessi, di non ottenere risultati sufficienti, di deludere le aspettative dei genitori ma anche dalla difficoltà di separarsi da loro», dice Stefano Vicari, professore ordinario di Neuropsichiatria Infantile all’Università Cattolica e primario al Bambino Gesù.

Di questo dovremmo occuparci, non dei voti, ma di come i ragazzi vivono quei voti.

E, come spesso accade, il problema nasce dalla paura di deludere prima gli altri e poi se stessi, ecco a cosa dobbiamo portare attenzione.

Se pensiamo che sia un 2 a causare il tutto siamo fuori strada.

È come vivono quel 2. È come vivono la scuola. È come vivono il giudizio dei genitori.

E attenzione! Spesso non vi rendete conto che le vostre “feste” esagerate per una pagella bellissima, possono creare anche quello stato di ansia legato al risultato.

Questo non significa dover essere poco felici o poco contenti, ma significa non avere un trofeo da dover esibire con i vari “mio figlio è bravissimo”, “mia figlia a scuola va benissimo”, sbandierato ovunque.

Insegniamo loro la possibilità di sbagliare, di perdere, di non riuscire e che un brutto voto non definisce chi sono, ma definisce al massimo il grado di preparazione in quel momento preciso.

E prendiamoci cura dei segnali emotivi di stress, legati sempre di più alle vostre aspettative ed alla paura di deludervi.

Spesso tutto questo parte dal non dirvi, anche quando sono piccolissimi, cosa succede a scuola.

Perché i bambini prima, e i ragazzi poi, hanno paura di deludere i genitori.

E quella paura poi si può declinare in ogni modo possibile, dal più gestibile a quello più evidente, come questo caso di Ancona.

Quindi, prima di guardare al voto, impariamo a guardare cosa succede anche dentro di noi, a casa e come gestiamo la nostra emotività legata alla scuola ed ai risultati.

Ci sentiamo presto!

Alessandro

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